Luoghi di Interesse

Municipio – Casa Forte

Il municipio sorge sui resti del nucleo residenziale più interno dell’antico castello di Fortunago (menzionato a partire dal 1179).
Tale origine è suffragata non solo dallo spessore dei muri perimetrali e dal loro rafforzamento a scarpa lungo il lato orientale, ma anche
dall’allineamento ai resti della cinta muraria del castello.
Le signorie succedutesi nella proprietà sono state le seguenti: gli Obertenghi-Malaspina, i marchesi di Monferrato, i Giorgi, i Pico della Mirandola, i Dal Verme (1400-1485), i Botta e, dal 1546 alla fine dell’era feudale, i Malaspina.

Oratorio di Sant’Antonio

Nel 1599 l’Oratorio, ubicato “extra portam Fortunaghi in via pubblica”, è dedicato a San Rocco.
Nel 1617 si celebrano gli uffizi liturgici in una da poco restaurata cappella dedicata a San Carlo.
Nel 1653 il vescovo di Piacenza visita per la prima volta “l’Oratorium S.ti Antonij de Padua, in burgo dicti loci [Fortunaghi]”.

L’oratorio, costruito attorno alla metà del XVII secolo, deve la sua attuale fisionomia a due principali fasi ricostruttive: nell’ultimo quarto del Seicento venne aggiunta la cappella laterale, mentre nel XX secolo vennero costruiti il coro semicircolare e l’attuale sacrestia.

Il Castello

Il torrione e i resti del complesso difensivo attiguo.
Un atto del 5 novembre 1179 attesta l’esistenza di una fortificazione nella località di Fortunago, caratterizzata da un dongione – il nucleo residenziale più interno del complesso, solitamente posto al centro o a ridosso della cinta muraria esterna – e da una torre, ubicata all’interno o in prossimità del dongione.
Di questo torrione e del sistema difensivo attiguo sopravvivono alcuni lacerti di muratura in pietra, localizzabili nella zona settentrionale dell’abitato.

Alcune fotografie scattate alla fine dell’Ottocento consentono di ricostruire l’alzato dei fronti settentrionale, occidentale e meridionale del torrione. Le alte pareti, costituite da filari irregolari di conci lapidei e laterizi, erano percorse a circa due terzi della loro altezza da una cornice a denti di
sega ed erano traforate da feritoie e monofore a sesto acuto, in parte otturate e snaturate. Solo le aperture del lato sud conservavano alcuni elementi decorativi, utili alla collocazione cronologica della costruzione tra il XIV e il XV secolo: la finestra del registro inferiore – attualmente visibile nel prospetto interno delle scuderie del castello di Zavattarello – era profilata da una fascia
in cotto a sinuosi tralci floreali.

Su una tramezza interna, come documentano la descrizione e la fotografia pubblicate dallo storico locale Moiraghi, era dipinto un affresco che raffigurava la Madonna adorante il Bambino.
In un documento del 1319 è citato il “castrum fortunaghi”, questa dizione indicava un castello da  ifesa ovvero un fortilizio atto a proteggere i villici dalle minacce esterne.

Nel periodo dal 1400 al 1485, sotto la dominazione dei Dal Verme, si ritiene che siano stati fatti importanti lavori di rifacimento del castello, che era stato con tutta probabilità seriamente danneggiato durante le lotte fra i Visconti ed il marchese di Monferrato (fine sec XIV).

Nel 1546 si insedia alla signoria di Fortunago il marchese Cesare Malaspina ed un discendente:  ilippo, nei primi decenni del ‘600 abita stabilmente il castello di Fortunago. I suoi figli e nipoti sino al 1733 dimorano a Fortunago, trasformando il castello, da opera prevalentemente di difesa, in abitazione.
Fino al XVIII secolo il castello rimase sostanzialmente in buone condizioni, ma con l’abbandono da parte dei feudatari l’antico fortilizio perse di importanza e cominciò a subire i guasti del tempo,  anto che verso la metà dell’Ottocento era già in pessime condizioni. Nella parte alta dell’abitato di Fortunago si possono ancora oggi osservare muraglie di notevole altezza che dovevano far
parte del vecchio castello vermesco.

La Chiesa Parrocchiale di San Giorgio

La chiesa che oggi vediamo è frutto della ricostruzione operata a partire dalla fine del Cinquecento di un precedente edificio di culto medievale, forse gotico, i cui resti sono visibili nel presbiterio e nella sacrestia attuali.

La facciata è divisa in tre settori da quattro lesene, reggenti un timpano triangolare al cui centro è l’immagine di S. Giorgio e il drago, datata 1936. Sopra l’ingresso è visibile un affresco con l’Annunciazione della Vergine Maria su cui è ancora leggibile la scritta: ECCLESIA PAROCHIALIS S. GEORGI FORTUNAGHI ANNO DOMINI 1644.
L’interno della chiesa è scandito in tre navate da coppie di pilastri quadrangolari.
Nel presbiterio a sinistra dell’ingresso alla sacristia è la nicchia contenente la reliquia di S. Ponzo chiusa da uno sportello ligneo su cui è dipinto il busto frontale del Santo.

L’altare maggiore, in stucco dipinto a finto marmo, presenta un tabernacolo coronato da uno slanciato ciborio retto da quattro colonnine, alla cui sommità è una statua dorata della Vergine.

Le navate laterali, divise in quattro campate coperte da volte a crociera, ospitano gli altari minori. A destra dell’ingresso principale è l’altare di S. Carlo, costruito nella prima metà del XVII secolo. La tela reca la data 1626 e il nome del committente (Carlo Antonio Zamarruti). La decorazione in stucco del dossale presenta un timpano, a profilo centinato e spezzato, sormontato da una coppia di angeli tubicini a tutto tondo.
l vicino altare, frutto di un rifacimento degli anni Trenta del nostro secolo, conserva
una tela raffigurante S. Antonio Abate, eseguito a olio su tela nella seconda metà del XVII secolo.

L’altare successivo è dedicato a S. Ponzo, il martire protettore del paese. Il dossale in stucco ospita un trittico, recante nella tavola centrale la Vergine con il Bambino e negli scomparti laterali S. Rocco, a sinistra, e S. Ponzo, a destra. La predella ospita entro piccoli quadri i nomi dei Santi soprastanti e le figure di S. Antonio Abate e di S. Sebastiano, mentre nella cimasa semicircolare è raffigurato il Cristo in pietà affiancato da due pennacchi recanti l’Annunciazione della Vergine.

L’attiguo altare è dedicato alla Vergine del Rosario ed è stato realizzato nei primi anni del XVII secolo. Esso ha conservato anche la mensa originaria, decorata da motivi di rosette e tralci vegetali. Un’ornamentazione più ricca presentano i gradini e il dossale in cui è inserita un’edicola con frontone triangolare sovrastato da una coppia di angeli a tutto tondo reggenti una corona. Attorno alla nicchia, ospitante una recente statua della Vergine in gesso, sono stati dipinti entro specchiature alternativamente circolari e quadrilobe I misteri del Rosario.

Analogo impianto e vicina cronologia mostra il corrispondente altare della navata
sinistra, oggi dedicato al Sacro Cuore di Gesù come indica la recente statua posta nella nicchia, ma originariamente consacrato a S. Rocco.

L’altare successivo è stato realizzato nella prima metà del XVII secolo e presenta un
dossale ligneo la cui nicchia centrale è occupata da una statua lignea raffigurante la
Madonna del Rosario. Le figure che riempiono le quindici specchiature rettangolari
rappresentano Le anime del Purgatorio. Sotto la mensa è stata collocata una statua lignea del Cristo morto.

La tela del vicino altare, risalente alla prima metà del XVII secolo, raffigura Il
matrimonio mistico di S. Caterina. La santa è raffigurata in ginocchio mentre tende la mano destra verso il Bambino che sta vivacemente seduto sul grembo della Madonna dipinta al centro della tela; a sinistra S. Agostino rivolge lo sguardo verso lo spettatore e addita la scena, mentre dietro di lui sono effigiati S. Giovanni Battista e un vecchio personaggio, forse un monaco.

L’Area del Castello

Gli storici sono concordi nel collocare l’origine celtica dell’insediamento di Fortunago intorno al IV-V sec. a.C.. Dallo spianamento della sommità collinare si ottennero pietre di diversa grandezza adatte alla costruzione dei muri a secco del “castellaro”, che difendeva gli abitanti dalle minacce esterne. I castellari o castellieri erano frequenti nei rilievi appenninici e prealpini. La sommità dell’altura era circondata da muri a secco larghi 2 metri alla base, con una altezza compresa fra i 3 e gli 8 metri. Essi erano realizzati con grandi blocchi di pietra e i conci di minori dimensioni erano utilizzati nei riempimenti interni. Sul pianoro erano costruite le abitazioni e i ricoveri per gli animali.

La prima citazione ufficiale di Fortunago risale al 758. Intorno all’anno Mille la signoria dei Malaspina, che costruì numerosi castelli in Oltrepò, fortificò il borgo di Fortunago. Il castello di Fortunago, documentato a partire dal XII sec., era costituito da una cinta muraria che cingeva la sommità della collina. Al suo interno vi era la residenza del signore, vera e propria casa-forte, che rappresentava l’ultimo baluardo di difesa in caso di attacco di bande di briganti o di truppe nemiche. Accanto a questa, con tutta probabilità sul lato nord delle mura, vi era la torre di avvistamento. Questa torre, unitamente alle altre dei castelli limitrofi (Stefanago, Montalto Pavese, Zavattarello e Valverde), permetteva di trasmettere rapidamente da un fortilizio all’altro notizie ed avvistamenti nemici.

Nel 1220 viene menzionata la “curte Furtunaghi”. Attorno al castello si era quindi sviluppato un nucleo abitativo che era autosufficiente sia per la sua difesa che per il suo sostentamento. Una ulteriore conferma dello sviluppo del luogo è data dalla presenza, a partire dalla fine del XIII sec., di notai a Fortunago. In un documento del 1319 è citato il “castrum fortunaghi”. Questa dizione indicava un castello da difesa ovvero un fortilizio, atto a proteggere i villici dalle minacce esterne. All’inizio del XIV sec., inoltre, venne costruita la chiesa sul lato sud della collina, nella stessa posizione di quella attuale, ma di dimensioni minori rispetto alla Parrocchiale odierna.
Nel periodo dal 1400 al 1485, sotto la dominazione dei Dal Verme, si ritiene che siano stati fatti importanti lavori di rifacimento del castello, che era stato con tutta probabilità seriamente danneggiato durante le lotte fra i Visconti ed il marchese di Monferrato (fine XIV sec.). Al XV sec. si fa risalire la costruzione della casa forte, attuale sede municipale, allineata con le mura difensive del castello.
Fino al XVIII sec. il castello rimase sostanzialmente in buone condizioni, ma con l’abbandono da parte dei feudatari l’antico fortilizio perse di importanza e cominciò a subire i guasti del tempo, tanto che intorno alla metà dell’Ottocento era già in pessime condizioni.

Nella parte alta dell’abitato di Fortunago si possono ancora oggi osservare muraglie di notevole altezza che dovevano far parte del vecchio castello vermesco. Nel 1886 il Comune acquistò l’edificio corrispondente all’attuale Municipio, che è stato ristrutturato agli inizi degli anni ’70 del XX sec.

Fontana di San Ponzo

La tradizione fa risalire a S. Ponzo martire, patrono di Fortunago, la comparsa della sorgente dalla quale sgorga l’acqua della fontana. S. Ponzo è stato decapitato dai persecutori romani del cristianesimo nell’anno 350 e la sua reliquia è custodita nell’altare omonimo della chiesa parrocchiale.
La tradizione locale narra che, durante il suo soggiorno a Fortunago, il martire, che lavorava per un contadino del luogo, con il proprio bastone fece scaturire una sorgente perenne per abbeverare gli armenti che portava al pascolo.